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La politica è parola! Poesie di Martin Gambarotta



Martín Gambarotta (Argentina, 1968) è nato a Buenos Aires nel 1968. Il suo debutto è avvenuto nel 1996 con Punctum, un lungo poema narrativo che è diventato uno dei simboli della poesia argentina degli anni novanta. In 39 frammenti Gambarotta realizza il ritratto dell’Argentina del Presidente Carlos Menem (1989-1999). Anni di corruzione, inflazione, privatizzazioni.

Gambarotta ha uno stile eterogeneo che lo porta a scrivere composizioni polifoniche in cui spesso riprende versi, frasi, slogan che fanno già parte dell’immaginario collettivo e le mette insieme per creare uno specchio della realtà sociale argentina.

Gambarotta non è un poeta che parla di politica, ma è la maniera con cui usa e analizza i meccanismi del linguaggio a conferire alle sue opere un valore politico.

Ecco alcune poesie tradotte in italiano facendo riferimento sia alle versioni originali che alle versioni in lingua inglese di Ben Bollig.


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Cominciamo con il dire
che un elettricista non è un elettricista
ma un uomo che lavora come elettricista
anche se di notte pensa
che le sue vene sono cavi elettrici
che trasmettono il wattaggio residuo
della sua fatica quotidiana.


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Non mi hanno lasciato altra scelta che la parola
ed è perché non mi lasciano altra scelta che inizierò a parlare,
perché non mi lasciano l'opzione primavera,
l'opzione botanica, l'opzione magnesiaca, perché
non mi lasciano un'altra opzione io parlo della borsa
sotto il sedile, del sedile sopra
la borsa, della donna che ha lasciato la borsa sotto il sedile,
perché non mi lasciano l'opzione che irradia,
l'opzione inimmaginabile, l'opzione che irriga, l'opzione
inoltre, in questo caso, che è ingestibile,
in questo caso intelligibile io
parlerò di prefetture, invettiva
terrena, anni su anni di ignominia, perché
non mi lasciano altra scelta io inizierò a parlare.

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Mia piccola bastarda, empia prole
nel caso in cui debba essere detto ancora
qui ancora una volta che dovrebbe
essere detto ancora e ancora: negoziare
una non-negoziabile fine, negoziare
tutto ciò che non si può. Inciditi
questo slogan nella carne, segnalo
sulla tua fronte con l’ago della memoria
metti in terra i tuoi stivali e ritorna
dalla stella accesa da dove sei venuto.

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Un corpo ha una reazione quando qualcosa inizia ad infettarlo
l’esterno domina sull’interiore
libro+occhio=dottrina
ogni letto è clinico
il grembiule accetta il sangue
dottrinamentore=sapone in polvere
ginnastica non è grammatica
il sistema influenza la lingua
repubblica–dottrina= spazzolone
la grammatica è ginnastica
un inno dovrebbe suonare privo di senso
gallo+macete=spezzatino
essere polmonite
eradicare la y
riso+pentola d’acciaio=piano
il primo sintomo del panico è una sintassi mal disciplinata
non si uccide la peste comprando le ambulanze
bandiera=grembiule di macellaio
il settarismo sopporta ogni aggettivo
il risentimento è il carburante
Rodríguez+petrolio+diamanti+ferro
+fosfati+rame+oro+diamanti=Angola.

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