Pagine

Reesom Haile - Poesie


"Reesom Haile è stato il primo poeta dell'Eritrea conosciuto a livello internazionale. Ha scritto in tigrino, una delle nove lingue principali dell'Eritrea. Fu costretto all'esilio durante la guerra per l'indipendenza dell'Eritrea dall'Etiopia; per oltre due decenni ha svolto un lavoro di consulente per lo sviluppo delle comunicazioni internazionali, in collaborazione con l'agenzia delle Nazioni Unite, i governi e le ONG di tutto il mondo, prima di ritornare in Eritrea nel 1994. La sua prima raccolta di poesie in tigrino Waza mes qum Nagar, del 1997, ha vinto il premio Raimok, il più importante premio letterario eritreo. In seguito ha pubblicato le raccolte di poesia Noi abbiamo la nostra voce (2000), Abbiamo inventato la ruota (2002) e Prima di morire (2003)."
[ Da Introduzione di Charles Cantalupo ]


Poesie di Reesom Haile 

(Per ulteriori poesie in lingua italiana di Reesom Haile vedi: Reesom Haile, una voce dall'Eritrea )

(Reesom Haile scrive in lingua Tigrina. Una lingua semitica che deriva, come l’ebraico e l’arabo, dalla lingua Aramaica. Le mie traduzioni in italiano si basano sulle traduzioni inglesi realizzate da Charles. Cantalupo)
  

Lingua tigrina

Nessuno si genuflette
Davanti alla nostra lingua.
Viene dritta dal cuore
Ed è facilmente intesa
Per far risorgere
La nazione.
“Ave Maria, aiutaci, Ave Maria”
Noi cantiamo come gli sciiti.


Il passaggio alla lingua tigrina

Ebbene cosa ne pensi
Della lingua tigrina?

Figlia dell’Eritrea,
lei vuole rispetto,
lo stesso che vuoi tu.
Osa,
Lei farà altrettanto.

Lei conosce il modo
Per sconfiggere
Le lingue degli invasori:
le sue parole, i suoi nomi
tagliali fuori.


Che tu ci creda o meno

Ricordi gli italiani
Che ci invasero dicendo
Mangiate ma non parlate?

Ricordi gli inglesi
Che ci invasero dicendo
Parlate ma non mangiate?

Ricordi gli Amharas
Che ci invasero dicendo
Non mangiate e non parlate
Che tu ci creda o meno,
loro vogliono ucciderci…


La guida

Indossa la nostra corona di foglie
Fintanto che siamo liberi
Di dire “si” senza la forza.
Come alle origini,
Questo accordo regge
Con parole di altri,
puntando al bene
e aspettando insieme
non separati dalla tempesta
per la gioia dello straniero.
Questo modo? Quello?
Attorno? Fra?
Con questa corona di foglie
Ci incontriamo cuore a cuore:
con molto da imparare, ma intelligenti
abbastanza da sapere quel che ci nuoce.
Ti scegliamo
Per indossare la nostra corona di foglie.
Nessuna magia
Solo la nostra storia e il nostro nome.


Giardino Eritrea

Quando il sangue
Degli uomini eritrei
Inonda l’Eritrea,
I nostri eroi spuntano
Di nuovo,

Quando il sangue
Delle donne eritree
Inonda l’Eritrea,
Le nostre eroine spuntano
Di nuovo.

Quando il sangue
Degli eritrei
Inonda l’Eritrea,
I nostri eroi spuntano
Di nuovo,

Negate la pace
All’Eritrea
E coltiverete
Eritreii.


Cari Africani

Il sovrappeso
Dio, l’America,
è sempre in ritardo.
Non aspettate.

Sapete già
Cosa dichiarerà:
mi rincresce per quanto si sente dire
circa tutti quei morti e per chi sta morendo
e per chi si dispera.

Sapete già
Cosa penserà:
è lo scompigliato venerdì.
Volete uno spuntino?
Cavolo! Facciamo un Big Mac
Ed una Coca grande.
Ad ogni modo non fumate.


L’invidia del fratello

Signore, non mi avete mai concesso un desiderio.
Ecco, ora, almeno uno.

Mai? Ok, allora uno,
e chiama tuo fratello.
Gli darò il doppio.

Cosa? Il doppio di quel che ricevo io?
Allora ti prego
Accecami in un occhio.


“Ova Signora”

Quando gli italiani occuparono Asmara
Riuscimmo a salvare solo poche galline
Nel vecchio distretto numero quattro.
Poi divennero grasse di orzo alla buona,
così noi non fummo completamente in miseria.
Vendemmo le loro uova
Bianche come la calce:
“Ova, Signora. Ova, Signora,”
Fino a che non ci bruciava la gola.
Grazie a quelle galline ce l’abbiamo fatta
Mentre il generale Baldisera, corroborato dalla guerra,
mangiava omelette.

Nessun commento:

Posta un commento