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Forster al mercatino (Albergo Empedocle... e il conformismo della borghesia britannica)


L'ultimo mercatino era stato piuttosto povero. Ci avevo comprato una copia di Zazie nel metro di Queneau (la mia copia era rimasta in un anonimo appartamento vicino alla stazione Leopolda, abbandonata lì, non letta e mai restituitami: pazienza!); e un volumetto della Arnaldo Lombardo Editore.

Albergo Empedocle, Edward Morgan Forster. 

L'edizione, datata 1999, è molto curata. Di fatto, presentando un solo breve racconto, l'editore ha potuto corredare il testo con la versione originale in lingua inglese e con un'interessante introduzione a firma Nigel Foxell.
Il racconto venne scritto nel 1903, quando Forster aveva 24 anni. Si fa riferimento, già dal titolo, ad un viaggio in Sicilia, ma il viaggio è il pretesto per mettere in evidenza alcuni caratteri della società inglese. I siciliani, e ancor di più i greci che abitavano nei secoli passati Agrigento, vengono rievocati come esseri più vicini alla natura e dotati di valori che la borghesia inglese, o di qualsiasi altra nazione, non è più in grado di capire.
I sentimenti genuini, naturali, spontanei dei siciliani (e prima di loro dei greci) sono ripresi da Harold, protagonista della storia. Gli altri personaggi, prodotti della società inglese, invece, agiscono per calcolo, non sono per nulla spontanei e si producono in sterili conversazioni infarcite di banalità e luoghi comuni.
Nigel Foxell fa notare che durante i viaggi che Forster fece in Italia, e che poi furono di ispirazione non solo per questo racconto ma anche per altre sue opere, l'autore inglese venne in contatto o con altri turisti inglesi, della sua stessa classa, o con italiani a loro subalterni (fattorini, cocchieri, personale di alberghi e locande...). Gli venne naturale, insomma, come in un famoso gioco enigmistico, trovare le differenze. Anzi, rendersi conto della condizone della società inglese, prevalentemente borghese, proprio dal contrasto con il proletariato italiano.
Così scriveva Forster in Notes on the English Character (1920):
"E' meglio essere franchi: la mia opinione è che il carattere degli inglese è fondamentalmente borghese. C'è una ragione storica per questo: fin dalla fine del '700 la boprghesia è la forza dominante della nostra società. E' diventata ricca grazie alla rivoluzione industriale, e politicamente forte grazie alla legge per la riforma elettorale del 1832; è delegata all'ascesa e all'organizzazione dell'Impero Britannico; è responsabile della letteratura ottocentesca. Solidità, cautela, integrità, efficienza. Mancanza di immaginazione, ipocrisia. Queste qualità caratterizzano la borghesia di ogni paese, ma solo quella inglese è la classe al potere da 150 anni."
"Solidità, cautela, integrità, efficienza. Mancanza di immaginazione, ipocrisia.", ecco la borghesia di Forster in Albergo Empedocle. Se si esclude Harold, tutti i personaggi, infatti, sono creati su questo schema di efficenza e ipocrisia. In questo schema di valori, del resto, non sorprende che l'immaginazione di Harold porta all'inevitabile pazzia. Altro tema affrontato da Forster, infatti, è quello del conformismo sociale:
"Lo snobbismo, l'aspirazione ad essere inclusi fra la gente scelte, conta conta più come debolezza che come vizio, quindi è il bersaglio della satira [...]. I ricchi, devono credersi meglio dei poveri per giustificare la loro ricchezza; gli inglesi, devono credersi meglio degli stranieri per giustificare il loro impero."
Foxell, tra l'altro, evidenzia l'influeza di John Stuart Mill e soprattutto del suo saggio On Liberty (1859). Il filosofo inglese aveva denunciato le conseguenze della cosiddetta "tirannia dei molti". 
Scrive Foxell: 
"Benché [la classe dominante] avesse rinunciato ad usare la forca e la prigione sotterranea come spinte alla conformità, aveva scoperto uno strumento più efficace - la forza del costume. Finché il pensiero indipendente rimaneva così inibito, c'era poca speranza che l'inghilterra potesse produrre spiriti della levatura che aveva portato un tale lustro all'antica civiltà greca."
Ed è facile individuare nei personaggi di Porto Empedocle una simbolica rappresentazione della conformista società inglese, e dunque una sua denuncia.

Personalmente ho trovato la satira di Forster (perché è di questo che si tratta) molto efficente e divertente. I dialoghi, se ben compresi, sono addirittura spassosi. Ciò nonostante, nulla si perde della volontà critica dell'autore e della sua voglia giovanile (ricordiamo la giovane età di Forster nel momento in cui scrive il racconto) di smascherare vizi e debolezze della borghesia inglese. 

Denuncia, questa, che lo accompagnerà in tutte le sue opere successive e che contribuirà alla creazione di personaggi memorabili come gli Emerson di Camera con vista, la Helen di Casa Howard, senza dimenticare il sorprendente finale di Maurice (sorprendente perché tempo dopo, ancora sullo stesso argomento [l'omosessualità], Gide cercava giustificazioni intellettualoidi o scientifiche) e di cui Forster ebbe a dire: l'immoralità (cioè il lieto fine sentimentale e sensuale dell'amore tra Maurice e Alec) è la sua moralità.

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