Yvan Goll (1891-1950) è considerato un poeta trilingue (Tedesco, Francese, Inglese). Trilinguismo che rispecchia anche le circostanze della sua vita che lo portarono dapprima a Berlino, dove fu vicino agli ambienti espressionisti, poi nella Zurigo avanguardista di Arp e Tzara, prima della lunga permanenza parigina e alle frequentazioni surrealiste. Parigi che lui e la moglie lasceranno dopo l'invasione tedesca per rifugiarsi negli Stati Uniti. Celebre l'accusa di plagio che la moglie Claire rivolse a Paul Celan a cui lei stessa aveva consegnato le liriche del marito con l'intento di farle tradurre in tedesco.
Faccio seguire a questa striminzita introduzione biografica la traduzione di uno dei suoi testi più famosi, la ballata Giovanni senza terra approda all'ultimo porto. Una mia traduzione che non ha la pretesa, sarebbe evidente la non riuscita, di riprodurre il ritmo, il metro né tantomeno le rime della versione originale.
Giovanni senza terra approda all'ultimo portoGiovanni senza terra sopra un battello senza chigliaavendo battuto mari privi di panoramisbarca in un giorno senza alba in un porto senza paese attornoe bussa a qualche porta senza casaconosce bene quella donna senza voltotogliendosi il cappello davanti ad uno specchio senza stagnoquel letto senza lenzuolo quei baci privi di protestee quel facile amor senza futuroriconosce quelle triremi senza remiquei brigantini senza alberi quei battelli senza vaporequelle strade senza bar quelle finestre senza signorequelle notti senza sonno e quelle banchine senza timorema passa non riconosciuto davanti ai suoi fratellinon vede le sue giovani sorelle impallidirel'erba non freme sui campi di suo padre- qual'è questa città senza memoria?Nel giardino privo di piante alcuni grillinon gl'impediscono di raccogliere il getto d'acquache va ad offrire a quella fanciulla desolatache si è impiccata per averlo amato tropposu quale strada dove nessun dio si vende?Questo crepuscolo privo di amplessi?
Questo lampione soffocato dalle sue stesse ceneri
Quest'orologio che lascia marcire il tempo?
Allora perché quelle giunche e quelle tartane
caricano fusti senza vino di Cristi senza croce
sacchi senza riso di danze non gitane
di limoni senza virtù di acciaio senza peso?
Perché su queste banchine non c'è nemmeno una nave?
Questi legni senza scintilla questi magazzini
senza dogana e questi bar senza delirio?
Solo il mare sulle banchine sembra che si dia da fare!
Qual'è questo porto su cui non approda mai nessuna nave?
Qual'è questo capo tenebroso che non appartiene a nessun continente?
Qual'è questo faro privo di misericordia?
Qual'è il passeggero che non conosce la sua pena?
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