Pagine

Jules Supervielle, introduzione biografica e appendice poetica


Jules Supervielle (1884-1960) è uno di quei poeti di cui il mondo si è in larga parte dimenticato. Il più delle volte capita a quegli artisti che mostrano una tale originalità da non poterli ascrivere a nessuna corrente e tuttavia non dotati di abbastanza forza da cambiare il corso dell'arte che praticano diventando loro stessi capiscuola. 
Non possedendo sue opere complete mi limito ad attingere notizie dalla brevissima biografia presente in Le livre d'or de la poésie francaise e dall'altrettanto breve commento presente in una Storia della letteratura francese acquistata ai tempi del Corso di letteratura francese del mio ultimo anno d'università. 
Supervielle nacque a Montevideo nel 1884 e morì a Parigi nel 1960. Nella sua vita e nelle sue opere seppe mantenere in equilibrio queste due ascendenze, quella sudamericana e quella parigina, producendo un discorso letterario originale che lo tenne lontano dalle correnti che dominarono il panorama poetico francese sul finire dell'ottocento e dalle avanguardie che nacquero nei primi decenni del novecento. Supervielle fu poeta, narratore e autore drammatico.
La mia Storia della letteratura francese (di Pierre Brunel) dice anche: 
"Supervielle non è un oracolo, ma un narratore delizioso e un favolista (è tanto poeta nei suoi romanzi e nei suoi racconti [...] quanto nele raccolte di versi). Basterebbe questo perché le moderne esigenze della poesia lo squalificassero. Il miracolo è che Supervielle non cessa d'essere grande poeta sforzandosi di essere il più chiaro, il più intelligente possibile. In lui non ci sono maledizioni contro un linguaggio malato; il poeta si affida alle parole, alla loro precisione o alla lroo ambiguità calcolata, alla loro armonia. Rifiuta una -alchimia verbale- che complica a piacere la lettura perché sa che la semplicità dell'uomo e del mondo contiene un mistero più autentico, una bellezza più sicura dei laboriosi enigmi del linguaggio."
Per chi volesse approfondire la sua biografia e addentrarsi nella sua opera una notizia biografica leggermente più ampia di quella che ho riportato e un interessante commento di Jean-Michel Maulpoix ( entrambi in francese) sono disponibili a questo indirizzo Biographie de Jules Supervielle.

Appendice poetica


Pieno di sogno...

Pieno di sogno il corpo, più di un fanale s'accende
sulle braccia, sopra i piedi, fin sulla mia testa.
Come un lago che riflette fino alle cima un monte
sento la profondità che bagna l'altezza
e mi sento intimidito dagli astri del cielo.
(da Les amis inconnu)

E le cose...

E le cose si misero a sorridere,
l'armadio a specchi prese un'aria decisa,
e la poltrona fingeva di saperla lunga
sulle nostre quattro stagioni e sulla sola
(non conosce il gelo e gli ardori del cielo).

Il rubinetto rideva sotto la sua barba gorgogliante,
il cestino della carta leggeva stralci di corrispondenza
non appena voltavamo le spalle
e c'era, meditabondo tra le altre cose un oggetto
(dimentico che ancora poco tempo fa io fossi un uomo)
(da Les amis inconnu)

Lui solo

Se voi toccate la sua mano è un bene senza saperlo,
voi lo chiamare ma con un altro nome,
nel cuore della notte, in preda al sonno profondo,
dite il suo vero nome e l'invitate a sedersi.

Un giorno profetizzo che è lui
a venirci vicino non importa a quale ora
e voi lo guardate con una tale noncuranza
che se ne riparte lasciandosi dietro

una porta viva e pallida come lo era lui stesso.
(da Les amis inconnu)

La goccia di pioggia (Dio parla)

Cerco la goccia di pioggia
caduta in mezzo al mare.
Nella sua rapidità verticale
brilla più delle altre
poiché sola tra le gocce
ha avuto la forza di capire
che, tanto dolce in tutto quel sale,
andava a perdersi per sempre.
Allora la cerco in mezzo al mare
e sulle onde, allarmate,
la cerco per compiacere
questo fragile ricordo
di cui sono il solo depositario.
Ma invano, poiché ci sono cose 
che nemmeno Dio riesce a fare
nonostante la sua buona volontà
e l'assistenza senza parole 
del cielo, dell'aria e delle onde.
(da La fable du monde)

Il mare segreto

Se non guardato
il mare non è più il mare
è come noi
quando nessuno ci guarda.
Ha altri pesci,
e persino altre onde.
E' il mare per il mare
e per chi ne sogna
come faccio io in questo momento.
(da La fable du monde)

Il doppio

Il mio doppio si presenta e mi osserva,
dice: "Eccolo comincia a sognare,
si crede solo nonostante lo possa osservare
quando abbassa gli occhi per tastare la sua miseria.
Nell'ora più nera della notte non può nascondere niente
di quel che la notte fa con la sua solitudine.
Anche nel sonno più profondo salgo a cercarlo,
a passo di lupo, temendo di sembrar scortese
e lo accendo con la mia elettrcità
delicata, che non saprebbe spaventarlo,
mi ci avvicino e lo studio,
vedendo venire in me ciò che il suo cuore elude.
(da 1939-1945)

O pini che anticipate il mare...

O pini che anticipate il mare,
perché dunque insistete
nella vostra fissità
a domandar responso?
Ignoro le ragioni
del vostro mutismo.
L'uomo non capisce che le proprie, 
ma muore come anche voi lo fate.
E noi non li avremo mai
quei teneri silenzi
per mischiar la nostra sabbia,
i vostri rami e i miei sogni.
Ma io mi sono lasciato andare 
e vi parlo in versi,
più folle di quanto voi non siate,
oh camerati sordi,
oh pini che anticipate il mare,
oh voi che fate sempre domande
confuse e complesse,
mi mischio alla vostra ombra,
umile zona d'intesa,
in cui si uniscono le nostre anime,
in cui vado a sprofondare
come un'onda sopra un'onda.
(da 1939-1945)

Pieno cielo

Avevo un cavallo
in un prato di cielo
e mi inoltravo
nel giorno ardente.
Niente mi fermava,
andavo senza sapere
che era un vascello
e non un cavallo,
che era un desiderio
e non un vascello,
che era un cavallo
come non se ne vedono altri,
testa di corriere
vestito di delirio,
un vento che nitrisce
mentre si disperde.
Io salivo ogni giorno
e facevo segni con la mano:
"Seguite il mio cammino,
potete venirci,
miei amici tra i migliori,
la strada è tranquilla,
il cielo è aperto.
Ma chi parla in questo modo?
Mi perdo di vista
a questa altezza,
mi distinguete?
Sono quello che 
parlava ogni momento,
sono ancora quello
che parla ancora ora
voi stessi, amici,
siete voi ancora uguali?
L'uno si tira dentro l'altro
e cambia mentre sale.
(da 1939-1945)

Il mare

E' tutto quello che avremmo voluto fare e non abbiamo fatto,
quello che preso la parola e poi non ha trovato le parole di cui aveva bisogno,
tutto quello che si è perso senza che ci abbia rivelato  il suo segreto,
quello che possiamo toccare e scalfire con il ferro senza tuttavia riuscire a farlo nostro,
quello che si è fatto lontano e ancora più lontano poiché ciò che si cerca non si trova,
quello che si è fatto schiuma per non morire del tutto,
quello che si è fatto scia di qualche secondo per il gusto fondamentale dell'eterno,
quello che avanza in profondità e non raggiunge mai la superficie,
quello che avanza in superficie e teme il profondo,
tutto questo e altro ancora,
il mare.
(da Oblieuse mémoire)

Nessun commento:

Posta un commento