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Occupy Wall Street Poetry Anthology


Tempo fa andava di moda parlare del movimento Occupy Wall Street, poi l'interesse mediatico è finito e di conseguenza, per lo spettatore passivo, anche il movimento. Cosa assolutamente errata. 
Trovai straordinario ma perfettamente logico che all'interno del movimento fosse nata una biblioteca, ahimè andata in parte persa per il sequestro operato dall'amministrazione BloOmberg. Insieme alla biblioteca, nacque una splendida raccolta poetica, con le poesie che venivano lette nei reading di Zuccotti Park e con quelle che gli venivano spedite da ogni parte degli Stati Uniti e del mondo.
Tempo addietro provai a dare vita ad un blog in cui mi ripromettevo di tradurre le poesie contenute nella prima versione dell'antologia, non sapendo che era in continua espansione; alla fine dovetti rinunciarvi vista la mole enorme di poesie che di settimana in settimana si aggiungevano alla raccolta originale, fino alla dodicesima settimana (04/09/2012), l'ultima.

Appendice

Vi propongo l'introduzione alla raccolta scritta da Danny Schechter, intitolata Le poesie sono l'ultima arma del 99%: un'introduzione; una poesia di Philip Fried (sul precariato) intitolata Celestial inc. e una poesia di Faiz Ahmed Faiz, intitolata We will see. Per i testi più lunghi ma altrettanto interessanti [come: Invitation to Walt (for occupy Wall Street) di Danny Shot o Let's burn the flags of all nations di Michael Brownstein] vi consiglio una visita al blog Poets to come - poesie del 99% di cui alla fine del post trovate il link.

Poems Are The Ultimate Weapon Of The 99%: An Introduction
By Danny Schechter

Le poesie sono l'ultima arma del 99%: un'introduzione 

È possibile vederlo qui, appeso, in questo libro di poesie dell'Occupazione, con la copertina improvvisata in un raccoglitore, virtualmente incatenato ad uno scaffale della più improbabile biblioteca delle genti mai creata.

Una collezione in crescita, legata perchè tutti vogliono leggerla, contribuirvi, averla.

Fa parte della straordinaria collezione di parole stampate, tirate fuori dagli scaffali di tanti partecipanti e ora stipate in un angolo di quel parco occupato dagli accampati per sfidare lo stato della finanza, stanziato a soli due isolati da quella strada così chiamata dopo quel muro costruito secoli fa dagli schiavi per trattenere i nativi americani che furono le prime persone allontanate da questa isola per fare posto ai troppi e troppo premiati cortigiani del commercio.

Wall Street ha occupato per lungo tempo l'America, ma ora, con la passione e con grande decisione, sono gli americani e gli amici di tutto il mondo a occupare LORO, e tra le armi della non-violenza, in una continua crescita dell'arsenale dell'indignazione, sono le parole scritte, le poesie di ogni ragazzo, scritte per combattere e cambiare la forza dei loro tanti portafogli.

Tutti i movimenti hanno bisogno dei loro poeti in grado di stabilire il tono, sollevare domande ed esprimere la loro sensibilità.

Così è per OWS, devo confessarlo, dove la poesia vive nel cuore di questo accampamento di occupanti, mezzo-agro di anime in furia che si sono date assemblea qui per prendere posizione, per combattere il potere, per costruire una comunità di espropriati e indignati.

Sicuramente c'è rabbia in questo parco, ma anche amore e impegno senza fine.

Siamo qui anche in memoria di quei poeti che sono venuti prima di noi, Walt Whitman di Brooklyn le cui poesie e le cui azioni fanno eco a quelle lotte combattute dall'Unione per abolire la schiavitù.

Withman una volta disse: “Perchè si possa fare grande poesia c'è bisogno di avere un pubblico altrettanto grande”. E Occupy Wall Street è un grande pubblico, con reading di poesia ogni settimana fra prove-microfono e militanza.

Siamo qui nello spirito del russo Mikhail Lermontov la cui poesia Morte di un poeta fu un J'accuse dopo la morte del grande Puskin nella quale punta il dito contro il cerchi invisibile, l'1% di quella età, condannando, Wikipedia ci dice: "L'alta società russa di complicità nella morte di Puskin. Senza mezze parole ritrae la società come una cabala di disgraziati velenosi auto-interessati stretti intorno al trono di una folla avida, boia che uccidono libertà, genio e gloria, in procinto di subire il giudizio apocalittico di Dio”.

Oh, come questa descrizione suona simile di quanti lavorano come vicini ostili del giusto zelo a Zuccoti Park.

E non ci dimentichiamo certo i Beat come Allen Ginsberg che viveva a New York Lover East Side, la cui vita e le cui opere sono un testamento del dovere di provocare e informare, di fondere poesia e politica insieme. Anche Allen è qui, così come tutti i newyorchesi che hanno dato forza ai movimenti degli anni passati.

Penso ai meno conosciuti amanti di questa città, mia madre Ruth Lisa Schechter che non ha mai pubblicato un libro di poesia e non ne ha mai lette in un reading per aiutare le giovani vittime della guerra in Vietnam.

La poesia in questo libro ci stimola ad avere pensieri più grandi e più profonde visioni. È parte dell'occupazione ma anche la trascende.

Assaporatelo e lodate i fornitori, lodateli per quello che con una parola di celebrazione e di intuizione personale in tanti stanno facendo e di tanto difficile da realizzare.

Essi occupano le nostre anime o almeno cercano di farlo.

Leggete. Scrivete. Lottate.

November 9, 2011

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Celestial inc.
by Philipp Fried

Paradiso, s.p.a.

Siamo spiacenti di informarvi che, nella sfera di competenza della discrezionalità immutabile, ora è diventato necessario ridimensionare gli eletti.

Può sembrare strano che nel grande corpo dell'umanità alcuni come voi stessi, predestinati alla salvezza, potrebbero essere licenziati.

Ma vi preghiamo di tenere a mente che il Capo non garantisce a tutti un posto eterno, e anche quelli che inizialmente ricevono il salario della grazia possono essere mandati via.

Deve essere molto chiaro come l'ignoranza di questo principio sminuisce la sua gloria e compromette la vera umiltà.

Nella vostra riunione pre-termine, verrete informati sulle opzioni di neo-salvezza. Voi potreste diventare reclamanti o supplicanti.

Ora, in modo rapido passeremo in rassegna le vostre carte, anche quelle con solo segni casuali e scarabocchi, e una guardia vi accompagnerà presso l'Ufficio.

Se avete qualche domanda su come il fine rapporto rivela l'oscurità del Capo ditelo, non esitate a contattarci.

Grazie per i servizi che avete reso, e vi auguriamo ogni successo nella vostra esistenza post-salvezza.

[Pubblicato in Green Mountains Review e in Early/Late: New and Selected Poems (Salmon Poetry, Ireland, 2011)]

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We will see 

Questa è una traduzione dalla lingua urdu / di una poesia di Faiz Ahmed Faiz / un grande poeta del ventesimo secolo dell'Asia meridionale. / Il 2011 è stato il centenario della nascita di Faiz. / E' morto nel 1985. / Questa poesia, scritta nel 1979 a San Francisco, / annuncia la Primavera araba / e, per estensione, Occupy Wall Street / Allora, state a sentire.
Versione inglese di Rafiq Kathwari


Vedremo 

Il giorno promesso
cesellato su tavole di pre-eternità

inevitabilmente
lo vedremo anche noi

piramidi di tirannia
fluttuare come fili di cotone

la terra tremare e crepitare
calpestata dai nostri piedi

spade di luce abbagliante
sopra le teste degli oligarchi

Idoli gettati fuori
dai monumenti sacri

corone lanciate in aria
troni distrutti

noi, il puro e l'escluso
(In piedi nella Piazza della Libertà)

"Le nostre mani fiorite a pugno"
strappare il cielo con un grido

"Io sono la Verità"
la Tua tanto quanto la Mia,

E l'amore della terra regnerà
Tu Io Noi


Link

Occupy Wall Street Library (sito ufficiale della biblioteca di Occupy Wall Street dove è possibile trovare riferimenti e contributi sia sul movimento che sulle altre attività svolte, come l'Antologia poetica)
Poets to come - Poesie del 99% (blog in cui trovate alcune traduzioni in italiano delle poesie della Occupy Wall Street Poetry Antology)
 

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