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Duo Yu: scrivere poesia per schiarirsi la mente


Duo Yu (1973 - ) è un poeta cinese di cui ho reperito sul web solo alcune poesie e pochissime notizie. 

In una intervista, pubblicata su un sito cinese di critica e letteratura, parla del motivo della sua scrittura e dice: “Dentro di me è tutto oscuro. Sin dall’inizio ho cercato di evitare questi angoli bui, coprirli, ma loro sono cresciuti fino a diventare alienanti, fino a diventare una sorta di cancro dello spirito. Fin dall’inizio è stata questa la realtà della mia scrittura”. 

Contrariamente alle indicazioni confuciane circa il valore morale della poesia Duo Yo scrive versi intimi con i quali persegue “una salvezza personale nel tentativo di schiarire l’oscurità della mente”.

A seguire, alcuni testi tradotti in italiano (le traduzioni non si basano sui testi cinesi ma sulle versioni inglesi di Simon Patton).

 
Uno spruzzo di neve

C’è una neve leggera     ho raggiunto il limite estremo
Di questa città     improvvisamente, i fiumi si chetano    il sole
Fra l’erba secca e i rami
Tormentato dalla severità dell’inverno
Una distesa di campi incolti      alcuni cani
Tettoie di metallo     un bambino
Che gioca nella nebbia cenerina
Del pantano    vedo
Una tomba scavata di fresco    che sembra il seno
Di un giovane vergine      uno spruzzo di neve
Lo copre    scritte su una lapide incompleta le parole
Qui giace…
Una lavoratrice immigrata in città, che fece
Una triste fine, in pace riposa
Fra l’acqua
Io posso quasi ascoltare il suo respiro sotterraneo
Il suo respiro buca l’assordante frastuono della città.


Un racconto del buio

Una volta nel buio ho scritto:
Perché non ti mostri, demonio?
Smetti di nasconderti alle mie spalle
Facendo ghigni maligni

Vieni fuori - spaccone
Con i tuoi vessilli, i tuoi slogan politici, i vicini,
la polizia
e strappa una striscia di bagliore.


Strada desolata

Prima che venga buio, vedo
Movimento di foglie morte, un paradiso di scoiattoli
Ed una luce strana    sul mio tavolino da pub
Quando è buio pesto, la pioggia cade persino più solitaria, la birra
Annega barcollanti ombre umane
Di ragazze che camminano in direzione dei fari
E in quel momento la felicità si mostra non chiamata
Le parole “amico” e "compagno" spiegano tutto
Sono venuto
Non per trovare una forza chiamata tristezza
Ma per impedire che la tristezza facesse scomparire tutto il resto.


Corpi paradisiaci
  
Forse il palmo della mano
Deve diventare il dorso
Forse la vita
Deve essere fatta a pezzi e poi ricostruita
Per vedere come sembra veramente
Una volta mi sono arrampicato sopra il tetto, ma non mi è piaciuto
Il panorama di sotto era un lieve gocciolio di acqua
In alto, l'Orsa capovolta, le stelle smosse
In un bagliore di bellezza mi sfrecciano vicino
Troppo veloci perché esprima un desiderio.


Elica
Scritta per mio figlio

La nevicata ha smesso. Camminiamo sopra il ghiaccio
Per andare dal nido fino a casa nostra
Prime stelle della sera        quattro anni
E già conosce il significato
Di neve che si scioglie
Io guido e lui mi segue, gli scricchiolii
Coperti dal nostro procedere, quasi inudibili
Come se non fosse mai accaduto niente nella mia vita
Quel corpo acerbo    il più vicino riflesso di quel che sono
Il suo bagliore del futuro        mentre io ho già raggiunto
L’età in cui si apprezzano le cose consuete
Quando nevica, mi chiudo in casa
Metto la musica a tutto volume, rendo tutto perfetto
Per quegli attimi di piacere, autorizzo l’orologio liso
A soffocare bruscamente
Nella stessa maniera con cui il paesaggio nella neve     è congelato
Di chiarore


Scritta prima della pioggia

Viene dal sud la pioggia, cade per un poco
E poi parte verso il mar di Bohai, Giappone, Baia di Dalian
Siedo sul mio balcone arcuato tamburellando sulla pancia
E, come la rana dentro il pozzo, faccio da testimone al tramonto
Alla bassa linea di volo degli uccelli in stormo
Con la mia meschinità 
E con una superba compassione, chiamo alla memoria
Le verdi colline d’Africa  
Il nero fiume di Giordania.

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