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Bejan Matur, la poesia di una donna curda



Bejan Matur (1968) è nata nella Turchia orientale, in una provincia a maggioranza curda. Terminati gli studi superiori ad Antep si trasferì a studiare legge ad Ankara, dove si è laureata ed ha cominciato a lavorare come avvocato. Attualmente si dedica completamente alla scrittura.

Nel 1997 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, a questa sono seguite sia raccolte di poesie che opere in prosa. Una di queste è Looking Behind the Mountain, del 2011. La fase di documentazione per la stesura dell’opera l’ha portata sul monte Kandil, dove i guerriglieri curdi del PKK combattono contro l’esercito turco. (vedi il post Guardare oltre il monte per capire il "problema curdo")

La lingua con cui è cresciuta Bejan Matur è quella curda, nonostante ciò la lingua con cui ha condotto tutti i suoi studi è stata la lingua turca. Così come altri poeti curdi, anche lei usa il turco nelle sue poesie, nonostante riconosca che i suoni e i ritmi della sua lingua madre continuino ad influenzare la sua pronuncia. Dice che scrivere in turco potrebbe addirittura essere un beneficio per la sua poesia, in quanto la poesia ha bisogno di una “lingua morta”, quella che ciò non usi nella vita quotidiana. Le lingue vive danno l’impressione di poter descrivere la vita. Mentre la poesia è la traduzione di una esperienza prelinguistica e extralinguistica; la poesia crea qualcosa che la lingua non è in grado di comprendere. 

Ecco la traduzione di alcune sue poesie realizzata su versioni inglesi dal turco.


Donne 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Suat Karantay
 
Con i loro tatuaggi viola
e i lividi di lutti interminabili
guardano ancora il fuoco
e fremono quando soffia il vento
con i loro seni piegati verso terra.
 
Portano legna incarbonita nelle loro mani
vecchia come neri calderoni arrugginiti,
le donne continuano il loro andirivieni
anche quando il fuoco s’incendia di rabbia
e le voci si moltiplicano
e il fuoco brucia incessantemente
ed estinguerlo è una seccatura.

Le donne con i seni rinsecchiti
pensano alla durezza del legno
che terranno nelle loro mani insolitamente sottili
e restano in silenzio,
è difficile indovinare la loro età quando se ne stanno zitte
hanno l'odore della terra quando gridano, invece.
 
Incapaci di ricordare dove indirizzare i loro sguardi
lasciano che i loro occhi riposino in terra
come nubi che non stanno sempre in cielo
si abbandonano alla terra
cordialmente e di tanto in tanto
trasudano fragranze.


Ogni donna conosce il proprio albero 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Suat Karantay

Quando verrò a voi
aprirò le mie ali
incastonate di pietre nere
di quella terra desolata,
vorrei posarmi sui rami di un albero
e piangere per il dolore

ogni donna conosce il proprio albero

quella notte ho volato
sulla città che spaventa e anche il buio ho superato.
Un'anima senza ombra è abbandonata. Ho urlato.


Essere 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen 

Tempo di rose
l’autunno
un tempo la polvere si mescolava alle ossa
E l'universo aveva fine.
Essere
a partire da casa e senza fine.
Nuove parole avrebbero dovuto mandarti a chiamare,
la coltre di polvere avrebbe dovuto mostrarti quello che stava per accadere
eppure rimanendo distante. 


Quando il grano sarà stato mietuto 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen 

Del tuo lasciare la casa di notte
dell’accarezzare i suoi pilastri
del tuo parlare,
quella notte ti giravo intorno.
La mano che carezzava il grano, ricordi.
Ti gira attorno
un nome pronunciato da una bocca.
I nomi si trascinano ricordi.
L’infanzia non è solo dormirsi accanto,
non è così.
Il tuo peso mi appartiene
come questo improvviso temporale
su Istanbul, pioggia che cade su quel momento
ed è lì che stai dormendo.
In un sonno uguale al mondo a cui sei legato.
Tu mi copristi e andasti
a diventar preda di lupi nella neve
E la notte. 

Una profonda luce blu
pioggia sullo stretto.
Un poeta parla di mani,
sapevano di poesia le tue mani,
la tua mano che aveva capito
un pilastro
una casa buia.
Girando con te il cosmo
sussurra di essere.
Quando il grano sarà stato mietuto
cosa apparirà da ora in avanti
non è la solitudine
ma il pane quotidiano che otteniamo in sorte. 


Il Lago di Abramo 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen 

I. 

La città che ascolta le parole del santo
è aureolata da una tale oscurità,
nessuna delle tribù nemiche può entrarvi dentro.
La città è cieca.
Un anello di oscurità
E il lago di Abramo.
Lo scettro della dea luna
mostra altre direzioni.
Così sulle colline
altari a Satana e
il, colmo di sangue sacrificale,
Lago di Abramo
Lago di Abramo. 


II. 

Lago di Abramo
Lago di Abramo
quando una donna
porta le mani al petto
cosa chiede?
C'è qualcosa che vuole?
È il momento, non è l'uomo che scrive in caratteri cuneiformi.
Il mio pellegrinaggio è terminato
ho fatto il viaggio
i primi segni erano sole e luna
e la conoscenza venuta all’uomo progredito
dalla verità dei serpenti. 


Ricordo 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen

Di notte
un uomo
in groppa a un cavallo

seguendo il fiume
pensa a tutto quello che si è lasciato dietro
ora, quello che non riesce a ricordare
è la sua faccia sulle monete. 


Stupore arido
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen 

Contò gli anni dei profeti
prima dei loro nomi,
il suo stupore sarebbe stato di meno
se avesse avuto abbastanza dita
o anche senza.
“Vecchio”,  disse con gioia cupa,
allarrivo dell'uomo
che ha inventato i segni
e del fiume che è salito alla fine del mondo.
Ossa che diventano di pietra
il cielo sempre uguale.
Alberi solitari
sussurri del cosmo.
Il sole solleva i loro rami
come se volesse raggiungere Dio
ma gli alberi non ricordano le loro radici.
Ora inizierà il vostro stupore
il vostro arido
stupore privo di sole.
Ma sembra che siate troppo in ritardo
per l'umanità
ombre
e polvere
troppo in ritardo. 


Casa 
Traduzione realizzata sulla versione inglese di Ruth Christie and Selçuk Berilgen

Una casa
la nostra casa dove si parla
una casa in pietra
e la steppa.
Di morte e del padre tiranno
del padre che diventa padre.
Una casa che è solo per noi
come roccia la cui essenza è sepolta nel profondo della terra.
Una notte scoppierà un incendio
e una donna, la sua gonna ondeggiante al vento sospirante,
imparerà che uno sguardo è tutta la sua vita
che una mano è il suo essere.
Ora la mattina della partenza
sarà come non fosse mai accaduta.
La tua separazione dai giorni e dalle notti
il tuo arrivo in quella casa.
Ricordi
eri una di quelle che ha costruito le pareti della nostra casa
con il fango e la polvere.
Quando le tue mani ti appartenevano ancora
le domande cominciarono e non finirono più
“Un momento”, chiedesti
“Che cosa è un momento?”
poi: “Fa male?”

Montagne possono sorgere, tra me e te,
quando lo dissi non ci avevi creduto,
ma guarda ora come crescono.
La steppa finisce e le montagne cominciano,
inizia il dolore.
È  la notte
quando piangemmo insieme per il nostro passato
quando ci lasciò una sorella
e le pietre si misero da parte
per assicurare che ci saremo riviste.
Quello che una sorella ha preso da noi
dischiudendosi nei nostri cuori
ritornerà sicuramente e non avrà mai fine.
Un evento non risolto
che dura tutto il tempo.
Quando ci fa piangere
sappiamo
che siamo già cresciute.
Prima potevi anche essere disposta
ad acquisire un nome.
Ora dobbiamo essere forti
ci si aspetta da noi il coraggio.
Quando si parla di un momento
prima di tutti i momenti
ciò che deve essere ripetuto è il divenire.

Un padre che diventa un tiranno
il tuo sonno nel sangue
il tuo risveglio.
Quella notte fosti lasciata nel sangue.
Per quale ragione?

Per arrivare a questo giorno
oggi stesso.
Sembri
morta
in uno degli attimi
di questi innumerevoli momenti nel tempo
E poi arrivò la paura.
Paura di lasciare,
paura di essere abbandonata.
Non lasciarmi, dicevi,
Tienimi stretta, avrei voluto dire,
Tienimi.




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