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Poèmes en prose di Pierre Reverdy (Alcuni versi)


Era da tempo, ormai, che non traducevo Reverdy. Ecco alcuni versi da Poèmes en prose, sua primissima raccolta, del 1915.










Feticcio

La bambolina, marionetta portafortuna, sbatte sulla mia finestra, in balia del vento. La pioggia ha inzuppato le sue vesti, il suo volto e le sue mani stinte. Ha persino perduto un’anca. Ma l’anello le rimane, e, con l’anello, il suo potere. D’inverno bussa alla finestra con i suoi piedi minuti foderati di celeste e danza, danza di gioia, di freddo per riscaldare il suo cuore, il suo cuore di legno portafortuna. Di notte, alza alle stelle le sue braccia supplicanti.


Sempre solo

È dai loro caminetti o dalle vostre pipe che viene questo fumo? Per rimanere solo ho preferito l’angolo più acuto di questa stanza; e la finestra di fronte s’è aperta. Lei verrà?
Per strada dove le nostre braccia sono un ponte, nessuno ha alzato lo sguardo, e ogni casa s’inclina.
Quando i tetti si sfiorano non osiamo dir parola. Abbiamo paura di tutte le grida, i caminetti si spengono. È tanto buio.


Inverno 
 
Attraverso la pioggia densa e ghiacciata di questa sera in cui il corso s’illumina, un ometto nero dal viso illividito. Per il freddo? Per il fuoco interiore che l’alcol avvampa?
Ma le sue scarpe sono piene di pioggia e lui fa il giro dei lampioni. È la gioia e la pietà delle ragazze. Che emozione forte! Chi vorrà scacciarla?
O mondo senza riparo che vai per questa strada impervia e te ne infischi, chi ti capisce? Io amo il tepore, amo il conforto e la quiete amo.
O mondo incompreso, tu mi fai paura!
 

Marcia forzata

Sul suo piede destro brilla un anello molto antico e sull’altro, in aria, la minaccia. Non avvicinarsi al suo dominio dove tutto il disdicevole passato dorme. Chi sei? Senza prevedere quello che doveva essere, un grande cambiamento si è prodotto!
Per tutto il resto, la morale d’altri tempi sarà un crimine, e non pensare un’ingiustizia. Mai desiderabile, quest’anima ti ha condotto dove tu sei migliore, dove tu sei del tuo meglio, indietro. È il tuo davanti, che ti spinge e non tornare mai indietro.
Tuttavia, qualche giorno che disperi ti sostiene. Ma va, il movimento, il movimento e per il riposo la tua stanchezza.


Hotels

Dentro una singolare angoscia d’oro attendo, a mezzanotte, che venga l’ora propizia per tutte le difese dagli elementi. Passerò davanti al nemico, più pericoloso della pioggia, più pericoloso del freddo. Lui dorme e la mia mano trema. Una piccola arma sarà sufficiente, ma con quel terribile rumore della serrature e della porta, vengo assalito d’orribili sogni.
Al nuovo giorno, parto a passi felpati. È un altro respiro e la strada si è fatta meno ostile; ma quando verranno, infine, la salvezza e i sonni tranquilli? Tuttavia mi ricordo d’avere dormito in un letto più dolce preparato per me.
Non ne restano che i sogni.

2 commenti:

  1. […] Un jour tu fermeras ton œil à la lumière de la nuit. Toutes ces lampes dans le soir. Tous ces chemins perdus qui tournaient dans l'aurore. Tous ces feux détachés des bois du firmament. Et tous les rêves morts qui palpitent encore. Tout sera recouvert par les feuilles de plomb, par les rires cuivres des jours que le temps couve. Puis le feu éternel brûlera ton passé, ton passé qu'une main sacrilège déchire. Alors les corbeaux insensés dépècent le ciel gris. Les feuillets noirs sautés s'écornent dans le livre; le livre où les accords de ton temps sont inscrits. Il n'est reste plus rien que la salive noire, ruisselant sur la nuit, et la haine, l’amour, l’or, le desir de l’or, la liberté sans ailes, la morsure contre les chaînes. Et, dans le blanc de l’œil, du œur, au verso de la vérité la force, la force qui pèse et qui tue, toute la force.

    P. Reverdy, Le messager de la tyrannie

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  2. Purtroppo non posseggo l'edizione con il testo integrale di Le Messager de la tyrannie, ne mi riesce di trovarlo in rete. Per il momento dunque mi limito a tradurre i versi che sono stati citati nel commento precedente

    [...] Un giorno chiuderai gli occhi alla luce della notte. Tutte queste lampade di sera. Tutte queste strade perdute che si trasformano in aurora. Tutti questi fuochi liberati dal bosco del firmamento. E tutti i sogni morti che palpitano ancora. Tutto sarà ricoperto da foglie di piombo, dalle risate coperte di giorni che il tempo cova. Poi il fuoco eterno brucerà il tuo passato, il tuo passato squarciato da una mano sacrilega. Così i corvi senza ragione del cielo grigio fanno mille brandelli. I fogli neri saltati si scornano nel libro; il libro in cui sono scritti gli accordi dei tuoi tempi. Non rimane altro che saliva nera, gocciolante sulla notte, e l'odio, l'amore, l'oro, il desiderio dell’oro, la libertà senza ali, il mordere tutte le catene. E, nel bianco degli occhi, del cuore, nel rovescio della verità la forza, la forza che pesa e uccide, tutta la forza.

    P. Reverdy, Le messager de la tyrannie

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