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Breve riflessione immediata su Come un romanzo di Daniel Pennac


Lo avevo già notato leggendo I barbari di Baricco pubblicato nel 2005. Ora, riprendendo in mano Come un Romanzo di Daniel Pennac, addirittura del 1992, mi rendo conto in maniera ancora più macroscopica di come gli ultimi decenni abbiano apportato alla società dei cambiamenti epocali, e che li abbiano apportati proprio in quei gesti quotidiani a cui siamo soliti dare poca importanza. 

Fa una certa tenerezza dunque rileggere alcune pagine di Pennac (pagine in cui ci ritrovo la mia infanzia) e che mi rendo conto, ora, essere del tutto superate. Come quelle in cui il ragazzino per nulla propenso alla lettura si trova a dover leggere Madame Bovary perché ha una scheda di lettura da compilare per l'indomani (da noi in Italia sarebbe stato I promessi sposi). E certo fa impressione pensare che effettivamente, anche se quel ragazzo alla fine non sarebbe riuscito a leggere tutto il romanzo, ci avrebbe ugualmente provato. E poco importa che si sarebbe arenato a pagina 48 o che a stento sarebbe arrivato a pagina 62. Nella migliore delle ipotesi avrebbe dovuto copiare da qualche compagnio, ma anche li capite, si trattava di interpretare, cambiare le parole, modificare, intervenire... Oggi invece quello stesso ragazzo Madame Bovary non l'avrebbe nemmeno comprato, dico il libro. Figuriamoci letto, anche se solo fino a pagina 62.

Tra quel ragazzino e il nostro ragazzino odierno c'è un abisso. C'è tutta una cultura che è morta e una che sta nascendo, crescendo, imponendosi. C'è internet, c'è wikipedia. C'è la facilità e la velocità di questi strumenti. E forse la lentezza di una scuola passiva che anziché metterli al servizio delle proprie finalità si lascia inglobare nei loro meccanismi e ne diventa schiava, nel metodo e nelle finalità.

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